Hbccqs in epoca IV
Inviato: martedì 27 luglio 2021, 17:09
Salve a tutti,
rieccomi con un’altra elaborazione che avevo in mente da tempo, dopo aver constatato che i carri oggetto dell’elaborazione che erano stati fatti riverniciare (come base usati il trittico di questi carri prodotti da Oskar in livrea xmpr) su incarico del negozio Minimondo alla ditta Acme, erano abbastanza errati sotto diversi aspetti.
Intanto un doveroso ringraziamento agli amici Carlo Pezzoni per il supporto sulla documentazione fotografica ed a Giuseppe Foglianese per la realizzazione delle decals con tutte le scritte complete. Due sono stati gli aspetti veramente impegnativi di questa elaborazione:
1) il trovare il corretto posizionamento delle scritte sul longherone del telaio, data la scarsità di documentazione fotografica di quel punto del carro
2) l’asportazione della “piastra” in alto a sinistra della fiancata, sulla quale in epoca xmpr è stata applicato il logo biancoverde, e contestuale rifacimento delle linee di scanalatura delle doghe di legno.
Proprio nei due punti menzionati, peccava la versione per il negozio di Rossano Veneto, più altre correzioni che andrò a descrivere. Ma veniamo alla nostra elaborazione, con prima qualche rapido e sommario accenno ai carri reali.
Questi carri furono costruiti in 50 esemplari con velocità massima 120 km/h e con un peso medio a pieno carico di 17 tonnellate; furono pensati per una maggiore protezione delle auto trasportate, specificatamente poi dedicati al trasporto di quegli autoveicoli che risultavano fuori sagoma per essere caricati sui DDm. Attingendo informazioni dal libro di servizio “Composizioni dei treni viaggiatori” valido dal 23/05/1982 al 28/05/1983 del Servizio Movimento – M. 321, troviamo questi carri in due espressi periodici notturni, rispettivamente 1756/1757 Roma – Calalzo, e 1286/1287 Roma – Bolzano; tra i ferrovieri romani entrambi i treni venivano identificati come “i Calalzo”. La quantità di carri presenti nei due treni era di un massimo di tre (a seconda del periodo, il terzo di ulteriore rinforzo), ma la maggior parte dei periodi ne erano previsti due.
Ho proceduto a separare le tre parti che compongono il carro, staccando il tetto dalla cassa, così come il telaio dalla stessa (operazioni decisamente facili); ho tolto le ruote e proceduto ad una buona sgrassata di tutte le parti con semplice sapone neutro e risciaquato il tutto con acqua tiepida. Una buona passata di phon ha contribuito ad asciugare anche i più piccoli anfratti.
Subito ho verniciato in argento/alluminio i tre tetti, dando poi il trasparente opaco e messi da parte.
Poi ho verniciato le ruote con nero opaco Lifecolor (doppia passata leggera) e successivamente sempre trasparente opaco.
A questo punto mi sono dedicato alla verniciatura dell’intero telaio, sempre in nero opaco, badando a proteggere con quadratini di nastro Tamiya gli incavi di scorrimento delle punte degli assi; ovviamente qui (come per la cassa) il trasparente è stato dato solo dopo l’applicazione delle decals.
Per la cassa, ho utilizzato vernice Lechler in bomboletta appositamente fatta fare da una nota verniceria romana, Rosso Ossido codice 006/470. Attenzione! Da non confondere questo colore con quello con la stessa denominazione (Rosso Ossido), ma catalogato come 006/146, decisamente più chiaro, usato dalle FS in tempi abbastanza remoti (se non ricordo male fino a cavallo anni 50/60). La vericiatura della cassa è stata preceduta dal riempimento dei piccoli buchini sulle due testate, dove in epoca XMPR erano fissate le condotte a 16 poli, mancanti nell’epoca IV.
Piccolo consiglio sulle decals: notoriamente, dopo aver applicato le decals proteggendole con gli appositi liquidi e fatte ben asciugare, si dà una leggera passata di trasparente satinato oppure opaco per non far notare la decal stessa sulla superficie. Azione correttissima, ma io ho preferito dare del trasparente (Lifecolor) opaco con un pennellino sulla sola decal, il risultato finale mi ha soddisfatto maggiormente, a lavoro concluso.
Come già detto in precedenza, il lavoro di ricerca del corretto posizionamento delle scritte sul longherone del telaio è stata una vera impresa, vuoi per l’estrema scarsità di foto a disposizione, vuoi perché le zone del telaio deputate al posizionamento delle decals si presentavano puntualmente troppo scure.
Da tenere in considerazione poi, che molte scritte comuni sia in epoca IV (questa oggetto dell’elaborazione), che in epoca V/VI (XMPR), erano posizionate in punti completamente diversi, sia nella cassa che nel telaio.
L’elaborazione ha visto inoltre la sostituzione dei respingenti (assolutamente inadeguati) e l’applicazione di REC maschi di ottone (MdF) decisamente più realistici di quelli forniti; il carro di coda in più, è stato dotato di condotte del freno e dei servizi (Level), del gancio realistico (HR) debitamente “trattato” e, dulcis in fundo, della tabella di fine convoglio applicata sull’uncino del gancio.
Finalmente ho ridato dignità a questa famiglia di carri che davvero “inspiegabilmente”, Oskar ha trascurato nella sua versione più famosa ed accattivante.
Saluti!
rieccomi con un’altra elaborazione che avevo in mente da tempo, dopo aver constatato che i carri oggetto dell’elaborazione che erano stati fatti riverniciare (come base usati il trittico di questi carri prodotti da Oskar in livrea xmpr) su incarico del negozio Minimondo alla ditta Acme, erano abbastanza errati sotto diversi aspetti.
Intanto un doveroso ringraziamento agli amici Carlo Pezzoni per il supporto sulla documentazione fotografica ed a Giuseppe Foglianese per la realizzazione delle decals con tutte le scritte complete. Due sono stati gli aspetti veramente impegnativi di questa elaborazione:
1) il trovare il corretto posizionamento delle scritte sul longherone del telaio, data la scarsità di documentazione fotografica di quel punto del carro
2) l’asportazione della “piastra” in alto a sinistra della fiancata, sulla quale in epoca xmpr è stata applicato il logo biancoverde, e contestuale rifacimento delle linee di scanalatura delle doghe di legno.
Proprio nei due punti menzionati, peccava la versione per il negozio di Rossano Veneto, più altre correzioni che andrò a descrivere. Ma veniamo alla nostra elaborazione, con prima qualche rapido e sommario accenno ai carri reali.
Questi carri furono costruiti in 50 esemplari con velocità massima 120 km/h e con un peso medio a pieno carico di 17 tonnellate; furono pensati per una maggiore protezione delle auto trasportate, specificatamente poi dedicati al trasporto di quegli autoveicoli che risultavano fuori sagoma per essere caricati sui DDm. Attingendo informazioni dal libro di servizio “Composizioni dei treni viaggiatori” valido dal 23/05/1982 al 28/05/1983 del Servizio Movimento – M. 321, troviamo questi carri in due espressi periodici notturni, rispettivamente 1756/1757 Roma – Calalzo, e 1286/1287 Roma – Bolzano; tra i ferrovieri romani entrambi i treni venivano identificati come “i Calalzo”. La quantità di carri presenti nei due treni era di un massimo di tre (a seconda del periodo, il terzo di ulteriore rinforzo), ma la maggior parte dei periodi ne erano previsti due.
Ho proceduto a separare le tre parti che compongono il carro, staccando il tetto dalla cassa, così come il telaio dalla stessa (operazioni decisamente facili); ho tolto le ruote e proceduto ad una buona sgrassata di tutte le parti con semplice sapone neutro e risciaquato il tutto con acqua tiepida. Una buona passata di phon ha contribuito ad asciugare anche i più piccoli anfratti.
Subito ho verniciato in argento/alluminio i tre tetti, dando poi il trasparente opaco e messi da parte.
Poi ho verniciato le ruote con nero opaco Lifecolor (doppia passata leggera) e successivamente sempre trasparente opaco.
A questo punto mi sono dedicato alla verniciatura dell’intero telaio, sempre in nero opaco, badando a proteggere con quadratini di nastro Tamiya gli incavi di scorrimento delle punte degli assi; ovviamente qui (come per la cassa) il trasparente è stato dato solo dopo l’applicazione delle decals.
Per la cassa, ho utilizzato vernice Lechler in bomboletta appositamente fatta fare da una nota verniceria romana, Rosso Ossido codice 006/470. Attenzione! Da non confondere questo colore con quello con la stessa denominazione (Rosso Ossido), ma catalogato come 006/146, decisamente più chiaro, usato dalle FS in tempi abbastanza remoti (se non ricordo male fino a cavallo anni 50/60). La vericiatura della cassa è stata preceduta dal riempimento dei piccoli buchini sulle due testate, dove in epoca XMPR erano fissate le condotte a 16 poli, mancanti nell’epoca IV.
Piccolo consiglio sulle decals: notoriamente, dopo aver applicato le decals proteggendole con gli appositi liquidi e fatte ben asciugare, si dà una leggera passata di trasparente satinato oppure opaco per non far notare la decal stessa sulla superficie. Azione correttissima, ma io ho preferito dare del trasparente (Lifecolor) opaco con un pennellino sulla sola decal, il risultato finale mi ha soddisfatto maggiormente, a lavoro concluso.
Come già detto in precedenza, il lavoro di ricerca del corretto posizionamento delle scritte sul longherone del telaio è stata una vera impresa, vuoi per l’estrema scarsità di foto a disposizione, vuoi perché le zone del telaio deputate al posizionamento delle decals si presentavano puntualmente troppo scure.
Da tenere in considerazione poi, che molte scritte comuni sia in epoca IV (questa oggetto dell’elaborazione), che in epoca V/VI (XMPR), erano posizionate in punti completamente diversi, sia nella cassa che nel telaio.
L’elaborazione ha visto inoltre la sostituzione dei respingenti (assolutamente inadeguati) e l’applicazione di REC maschi di ottone (MdF) decisamente più realistici di quelli forniti; il carro di coda in più, è stato dotato di condotte del freno e dei servizi (Level), del gancio realistico (HR) debitamente “trattato” e, dulcis in fundo, della tabella di fine convoglio applicata sull’uncino del gancio.
Finalmente ho ridato dignità a questa famiglia di carri che davvero “inspiegabilmente”, Oskar ha trascurato nella sua versione più famosa ed accattivante.
Saluti!