Il lavoro che presento oggi fu pubblicato molto tempo fa su altro thread, per facilità di lettura e continuità di memoria accorpo tutto qui.
Si tratta della riproduzione del vecchio serbatoio dell'acqua (restaurato ed ancora oggi presente) della vecchia stazione di Pescara Centrale.
Il manufatto originale risale ai tempi della vecchia stazione di Castellamare Adriatico (poi Pescara), quindi è ipotizzabile una datazione approssimativa risalente al 1865.
Veniva direttamente alimentato da una lunga condotta proveniente da una stazione di pompaggio sul fiume Pescara.
Dopo aver rifornito per lunghi anni miriadi di locomotive, comprese quelle in testa alla mitica "Valigia delle Indie" Londra - Brindisi, e successivamente delle grandi 745/746 di Ancona, con l'accantonamento delle ultime macchine a vapore a cavallo degli anni 70, questo simpatico serbatoio restò inutilizzato dal servizio ufficiale cadendo ben presto nell'abbandono totale. Tra il 70 e fino alla chiusura definitiva della vecchia stazione, i locali ubicati a piano terra vennero utilizzati dai manovratori per il deposito e la ricarica dei fanali di coda dei treni che stazionavano nel parco carrozze adiacente. Un altro locale fungeva da cabina di trasformazione Enel che alimentava la torre faro Nord ed i vari fabbricati ferroviari.
Per molti anni, con la loro grande ombra, sono stati un riparo per i viaggiatori in attesa sotto il sole nel terminal bus, accanto alla vecchia stazione, ma dopo un lungo periodo d’abbandono nel 2003 sono tornati in funzione con una destinazione d’uso diversa quindi come centro informativo per i giovani. La struttura fu gestita in comodato gratuito dal Comune e la sistemazione fu commissionata dall’amministrazione comunale di Pescara grazie al sostegno economico di una fondazione locale.
I due serbatoi, ripuliti, mantenuti integri ed immutati, simbolo del legame con il passato, mentre e' cambiata la destinazione dell’edificio che costituisce il raccordo centrale tre i due cilindri di accumulo. Lo stabile e' stato trasformato in un ufficio a due piani, della superficie complessiva di novanta metri quadrati.
Oggi, il serbatoio assieme al corpo centrale del F.V. anch'esso completamente restaurato e sede di un importante associazione scientifica mondiale, ed alla locomotiva 740 351 conservata e monumentata nei pressi, costituiscono le vestigia della vecchia 'centrale'.
Il modello invece risale agli inizi degli anni 90', realizzato in legno di balsa di vari spessori per la parte in muratura, mentre per i due serbatoi cilindrici sono state di aiuto un paio di vecchie confezioni Jouef che presentano una discreta compatibilità con le misure reali. Le tubazioni verticali di carico sono costituite da semplici cannucce verniciate color alluminio, mentre valvole e flange sono delle comunissime rondelle in acciaio.
Porte e finestre sono in cartoncino, le maniglie provengono da ricambi di 100 porte Roco, mentre le scalette con le gabbie anticaduta (MFAL) ed i ballatoi sono interamente autocostruiti. Le ringhiere provengono dal modellismo navale
Il tetto è in balsa e le tegole in cartoncino posate con il solito metodo del "certosino".
All'epoca della costruzione era dipinto di giallo per integrarsi nel contesto di un altro progetto, quindi successivamente ho deciso di adattarlo al progetto attuale, che prevede uno "stato d'uso" piuttosto vissuto, quindi vetusto ma non totalmente degradato come si evince dalle foto dello stato reale prima del restauro.